Sonia Tri






Io non so parlare di Dio.
Guardo le cose e le cose mi guardano.
Mi raccolgono come
una formica e mi lasciano
camminare tra le dita della loro mano.







* * *









Devo ancora struccarmi.
La matita negli occhi
sembra il filo di un equilibrista
che cade da qualche cielo.
Mi morsico le labbra
ancora tracciate di rosa,
Oggi bastava per uscire di casa.
L'equilibrista mi guarda da lontano,
mentre tiro su i capelli,
mi accende una sigaretta e aspetta.





* * *













Come stanno i giorni
dentro la tua valigia?
Mandarini d'ambra
che mi hai lasciato
sul letto sfatto.
Sei dentro ogni oggetto
in pericolo, sperduto
nei grattacieli
di parole
che mi hai costruito
attorno, senza giardini.
Poesie d'amore
che non mi piacciono,
che non ti ho mai scritto.
Un cielo da cui
le stelle cadono per niente
e si somigliano tutte,
nei cassonetti.
Io continuerò a parlarti
della dignità di un fiore,
di un tramonto,
del silenzio.





* * *













E' tutto perfetto.
Nessun rumore fa rumore
e le grida dei ragazzi dalla strada,
sembrano sussurri.
E' perfetto il colore del cielo,
il grigiore logoro del bosco
che pare scusarsi con noi.
Ma tu vedi, amore mio?
Non c'è nulla e c'è tutto
in questo scorcio di ora.
Allunga la mano, palpa l'esistenza.
E' così leggera che si finge nulla.
Ti prego, oggi non ascoltiamo nessuno.
Quelli che parlano tanto,
non hanno altro da fare.
Oggi no! Stiamo io e te,
in silenzio.
Le betulle sono fili grigi
che non raggiungeranno  il cielo,
ma tu lascia che s'illudano.
 

·       * *












Com'è volato il giorno.

Non mi sono accorta

del suo silenzio

perché troppo rumore

faceva la mia vita,

il mio amore,

la sua follia

Dio mio, che volo!

La notte sembra

un tamburo impazzito,

dove abbiamo dormito

tutto questo tempo?

Dove c'era il ciliegio

e il nostro cane

e la neve.

Mangiavamo la neve

e tremavamo di freddo

o forse

non era freddo.

No, non era freddo.







* * *











E tu ti stupirai
di respirare,
si vedere, di udire.
Nulla sarà scontato.
Nulla è mai scontato.
Le emozioni sono attimi.
Mutano, fuggono, finiscono.
Tu no.
Tu sei il respiro delle cose
che si apre e le spazza.
Sei la terra per seminare un fiore,
per sotterrare rancore,
per fare camminare i tuoi figli.
Respira !
Quello che rimarrà di te,
poco o tanto che sia
è molto di più
di un'emozione.
Qualcuno l'ha chiamato
infinito.



* * *





Vorrei condurti dove ho visto
l'ultimo nido costruito dalle rondini.
Un'alcova intrecciata da architetti
che torneranno presto.
E noi li cercheremo per aria
come si cerca l'Orsa ,
come si cerca Dio.



* * *





Senti gli aerei come volano bassi.
Mi mancherebbe il loro rumore
nei pomeriggi d'estate.
Siamo cresciuti
con le loro virate
a tirare rette bianche
su fogli azzurri.
E alzando gli occhi in aria,
abbiamo misurato
tutti i perimetri del cielo







* * *







Da quanto tempo il sole
pettina questa strada all'alba ?
La ricordo così da sempre.
Passi sui marciapiedi,
sono carezze nuove
sul suo volto scavato
E chiude gli occhi,
solo dove spunta
un ciuffo d'erba
da una ruga d'asfalto
che una volta non c'era.


6 commenti:

  1. "Nessun rumore fa rumore" in queste poesie! Perchè la bellezza risponde al silenzio ed emoziona, davvero bellissima questa raccolta! Luciano Tallone

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  2. "Qualcuno l'ha chiamato infinito". Forse è questo il segreto di queste liriche così cariche di vita: vita quotidiana ma trasfigurata in una tensione alata verso il cielo.
    Colori e sentimenti, percezioni, emozioni e slanci sembrano sussurrati ma la loro forza vibra anche sottovoce, sono grida sommesse fatte di colori e di slanci come fiamme che tendono all'infinito.

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  3. Sonia dice di non saper parlare di Dio, eppure i suoi tentativi in tal senso appaiono ben riusciti.
    Queste poesie contengono aria, freschezza, leggerezza e un'invidiabile capacità di stupirsi nonostante tutto, nonostante la vita. O forse grazie ad essa.
    Complimenti!

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  4. E' una poesia asciutta, decisa stilisticamente,quella di Sonia, ed in essa il linguaggio sa disegnare con netti contorni, immagini concrete e seriali come quelle di un film, capaci di trasmettere forti suggestioni emotive. Il lettore viene inglobato da quelle immagini fino ad esserne attore e parte.A tanta limpidezza descrittiva fa da controaltare il pathos muliebre che permea il testo poetico, lo caratterizza sottilmente e lo rende per così dire "sessuato". Bellissimo tutto questo. Ottima poesia ! nunzia binetti

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  5. "vorrei condurti dove ho visto..." e Sonia ci conduce e ci guida prendendoci per mano
    in "Un cielo da cui
    le stelle cadono per niente
    e si somigliano tutte,
    nei cassonetti." e crea il mondo a sua immagine somiglianza...
    complimenti cara Sonia! Anila Hanxhari

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  6. per uno "straniero alla terra" come il sottoscritto, la prospettiva di poter misurare qualche perimetro nel cielo rimane un bel sogno nel cassetto: quindi, oniricamente parlando, un grazie di cuore! ;)

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prova