Poesie di Francesco Paolo Dellaquila










Il silenzio

 

Seduto alle mie spalle c’è un silenzio
che affoga per metà nel pavimento
esordiente sgretola le pareti
ha un nido anche al buio sospeso sotto l’arcata

sudditi per silenzio i mobili
portano un lutto eterno
nell’aria uno spiffero di porta
resta se entra ma anche se scappa

squama la pelle sulla schiena nuda
divora il fulcro bianco delle ossa
s’avvolge al capo, lega le mani
gonfia gli occhi e tappa la bocca

è il silenzio…

inocula gocce lente di paura
all’apparenza indolore incalza
propizio d’essere all’esordio  
toglie anche la morte










L’amore, quello vero, è dogma, è vicino alla luce di Dio!




Chi cerca di spiegare l’amore non ha mai amato di ‘amore vero’ perché non sa cosa c'è in fondo, dietro, dentro, fuori e dintorni all'amore. La ‘sincope’ che si prova è qualcosa di non spiegabile, nessuno è stato capace, neppure gli stessi filosofi greci, neppure Dante e Petrarca con i loro canti benché siano andati molto vicini. Tutte le sensazioni dell’essere umano sono catalogate in un certo modo, classificate soprattutto a seconda del loro “effetto-ritorno”, ma l’amore non può esserlo talmente è fuori da ogni concetto e concezione, fuori da ogni logica. Ecco perché molti lo temono e soprattutto quelli che hanno avuto la ‘grazia’ di riceverlo. Non può dirsi neppure che sia un bene come neppure può dirsi di essere un male; chi attribuisce all’amore proprietà non parla dell’amore. L’amore, quello vero, è dogma, è vicino alla luce di Dio!



















Immigrati




Nell’impeto del respiro
soffocati
cadevano giù come sassi
senza più vita
in fondo ad un azzurro
che cielo non era
se non dopo la morte.
Altri presi per capelli
riportati a terra
sapranno
di questo mondo
non diverso
dal fondo dell’inferno.
Finta
falsa
e bugiarda la vita
nell’inganno e nell’illusione
nella gorgia e nel possesso
nell’egoismo e nel razzismo.
Vedo
ascolto
e piango:
uomo sono anch’io,
lasciatemi partire con loro
libero
per dove c’è il mare
cercando la vita
per dove
(e non importa)
c’è anche la morte.




















Sono anch’io animale di poesia





Sono anch’io animale di poesia
nella vastità
d’insulse lingue meglio fossero mute.

Parole consumate
specchi, cielo, mare e luna
come gabbiani
farfalle
fiori, amore e monti.

Gonfio di plausi
ossido bugiardo d’antico in gola
di tanti verbi sotterrati e rinati
e riesumati pensieri sciocchi
come falò più alti del cielo

ed ecco che anche adesso
non manca
il sempre banale e consumato!




















A grappoli pensieri




A grappoli pensieri
si staccano dalla celebrità del mio vincere
inciso porto sulla maschera la mia belva domata
un amore recluso
come un fiore nell’abbraccio di petali di pietra.

Immobile
in bilico sull’acuminata sensualità
poggia l’orgoglio
ed è per questo che ancora non muoio!
















Vorrei una sera





Vorrei una sera senza peccato
una sera con le mani nel fuoco delle stelle
senza paura di bruciami nel sole
largamente concesso all’altro mondo.

Vorrei una sera col vero silenzio
non ingoiato dal dolore del corpo
la paziente condanna alla quiete
senza pelle addosso e nulla nel ventre.

Vorrei una sera per amarmi
consumare il buio con gli occhi nel sonno
svestirmi lasciandomi nudo
stare nel freddo sotto un cielo
di fantasmi che fanno festa.

La mia arte muore
se fantasia non tocca l’altro santo.














E se non avessi più neppure la parola…





E se non avessi più neppure la parola…
andrei via
inutile mi si dica di non pensarci
di proseguire
di non dannarmi per capire

porto lo sguardo rovesciato
l’udito oltre il suono
odio e amore oltre confine
in tasca molte vittorie
ma anche l’ultima fine

intanto bussano alla porta
ecco… mi cercano
sono venuti a prendermi
finalmente
scoprirò ‘io’ chi sono


















Ho bisogno di stimoli





Il perimetro
l’area di tutte le cose
il percorso d’occhio tra l’una e l’altra
…io ho bisogno di stimoli
non so più parlare di mummie
il vaso racconta del suo intrinseco
alla sua stessa ombra
condividiamo la stessa polvere
la stessa luce…

i panni stesi sopportano gli schiaffi del vento
impiccati sull’unico filo scansano il sole

senza dirmi niente


















Francesco Paolo Dellaquila nasce a Barletta il 15 ottobre del 1950, città storica sull’Adriatico meridionale alla foce del fiume Ofanto, che ha dato i sui natali al famoso pittore impressionista Giuseppe De Nittis e al velocista campione del mondo Pietro Mennea con il quale Francesco ha frequentato l’Istituto Tecnico Commerciale.
La sua prosa, e ancor più la sua poesia, è sempre proiezione di uno sguardo che amalgama il visibile comune alla percezione individuale con una particolare predilezione verso l’inconsueto e l’ignoto. La necessità di raggiungere un linguaggio fluido e mai complicato e il desiderio di comprendere le sue reali capacità, lo spingono ad iscriversi ad alcuni siti di poesia e a partecipare a diversi concorsi ottenendo ottimi risultati e consensi. Partecipa alla prima pubblicazione di un’antologia di poesie e alla richiesta di inserire un suo racconto breve nella raccolta “Realfiabe” edito Montedit. Aderisce ad una rassegna di poesia presso il Palazzo Lambertini di Matera, in seguito viene invitato a “O’Maggio in Poesia” presso Oliveto Citra in provincia di Salerno e, durante il mese di agosto, a Polignano a Mare, cittadina che ha dato i natali al grande Domenico Modugno.
Francesco conosce la musica ed è iscritto alla SIAE come autore. Ha composto testi e musiche di alcuni brani raccolti in un CD.
Pubblicata il suo primo libro di narrativa onirica dopo un lungo e meticoloso lavoro di ricerca poetica mistica durato diversi anni: “L’Altro Senso”.
Dopo un momento di pausa e riflessione decide di scrivere il suo secondo libro, un romanzo dal titolo: “Il mistero del bacio nell’alone rosso di una rosa”. Storia di un amore che trascina i due personaggi in un travolgente e avvincente percorso avente lo scopo di esaltare e descrivere questo nobile sentimento dell’uomo.
Attualmente sta lavorando per una raccolta di poesie.

1 commento:

  1. L'autenticità di questa poesia è il poeta,è l'uomo Francesco Paolo,così come lui si presenta alle cose che vengono a prenderlo per dargli voce."Un animale di poesia" mansueto,elegante in sere senza peccato che sono uomini,viaggi e cose.Sono commozione e consapevolezze intime che si fanno coraggio oltre i confini di tutto"I panni stesi sopportano gli schiaffi del vento",così l'autore esprime quell'esistenza che vive fino in fondo,lasciando a noi,poesia.

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