BUFFETTO
Mi
ritrovo, sorpreso,
pensare
chi di noi
avrà
le ali a battere
per
primo
senza
più batter ciglio
come
nella vita sovente.
Nessun
fischio tra gli altri
udibile,
proviamo,
certo
il buffetto di uno sguardo
anche
se camuffato
in
un viso d’altri luoghi
ci
farà sobbalzare
uno
accanto all’altro.
2-3-2001
ASSISTENZIALI
– 8 –
********
Brucianti le gocce di mare
schizzano i tuoi occhi
che strizzi mentre stringi
più forte i denti
senti stridere smalto e carne
e non dal buio
subbuglio arriva il terrore
ma dalla luce
rivelatrice
istrice della tua sorte
cortese linea d’ombra
capitombola
bambola e speranza
su una riva torva.
Da Assistenziali novembre 2011
ASSISTENZIALI
– 4 –
****
Accumulati comuni
immuni visi alla morte
che sfilano
di bocca in bocca
cui infiltrazione di gioia
lederebbe letale.
Il sudore sapido
levigato sulla pelle
s’asciuga
crosta tirata
irata piaga
agonia torrenziale.
Iniziale lo smarrimento
mentono proprio
oggi che indossi le scarpe
arpe del dinoccolato
cammino indolenzito
zitto come senza parola.
Da Assistenziali novembre 2011
IN_ESISTENZA
Ebbene anche oggi
non m’hai guardato
come guardi nel vuoto
così ho smesso d’essere
sono scomparso a
me stesso
tessendo un passo luminoso
fluorescenza d’inesistenza.
Anche quando mi senti
passare
rasare la mia guancia
non senti lo stridore
di un pelo incarnito spuntato
uno stato inascoltato
salto nell’inodore
candore stupito colpito
scolpito
nell’aria trasparente
carente aminoacido.
Da
Sette terribili ostriche e una perla
NOCCIOLO
Date
un bacio alla luce
mentre
vi avvolge
e
fascia i tendini
tesi
dal volere abusato
pizzicati
come arpa
scordata.
Provate
a girare stendendo
le
braccia
tracciando
un segno
dividendo
il peso
dell’amore
fra le dita
sottraendo
l’odio dalla vita.
Poi
diranno del sole
che
sapeva
di
caldo addossato sull’infinito
sfinito
del
vento che spandeva lacrime
salate
ai bordi delle labbra.
Che
il cuore anomalo
oltre
a battere palpitava
alitava
quel sentimento
sconclusionato
che
ruota in aria
pirotecnico
folgorante.
Date
un bacio alla luce
mentre
si fa atomo
l’attimo.
Da
Sette terribili ostriche e una perla
GLICINE
Il
glicine mi chiede spesso
quando
sarà la fine
ho
smesso di guardarlo
osservo
le rose che perdono
i
petali
quando
si stufano
e
non chiedono niente
al
vento
poi
guardo alcune rane
che
non smettono mai
di
saltare
infine
osservo l’aria
fino
a perdere il respiro.
Da
Sette terribili ostriche e una perla
RIPPLES
I segni erano tagli
incagliati tra righe
marine
arenati tra domande
di provenienza
patelle scrostate
col martello pneumatico.
Quando aperto il volubile
udibile sconforto
la gioia si fece d’appresso
pregresso sentire
che tutto parve colorarsi
persino il sangue
era rosso senza scorrere.
Rarefatta anche l’algida
scatenata umanità
presi a chiudere lo spiraglio
al gracchiare dei rimbrotti
imbottigliare vini cotti
melasse salse e tante malve
calve vite rassegnate.
Da
Sette terribili ostriche e una perla
AZZURRINE
Patience, patience,
Patience dans l’azur!
Patience dans l’azur!
Valéry – La Palme
per
un periodo le insolite
azzurrine
mattine
accompagnate
a nuvole burine
si
presero gioco dell’aspro
iodio
che avevo sulla pelle
ed
erano terribili
i
dolci pianti
fotosensibili
che
destavano clorofilliane
tartarughine
arringhiate sull’arenile
a
tenere fronte alla luce
che
tutto parve immutevole
anche
il conto degli anni
si
riposò e il canto si imbastardì
così
non si respirava che per inerzia
ogni
rumore calcolato
l’umore
mai diverso
e
il latte era nervoso
traballante
gocce sul tavolo
coprenti
asciutte trasparenti
un
giorno mi ascoltarono
dire
che avrei sospinto
sotto
le mattine azzurrine
la
schiena di tartarughine
sazie
di tartine tartare
ed
erano urlanti a decine
palme
remote calme calme
come
accostare salme e trote
ai
salmoni imperterriti
su
torrenti ad ampi polmoni
oggi
ascolto i crampi
senza
pensare al dolore
né
al colore del cielo a poter ricordare
e
sfilo intero dal guscio
il
fruscio di quel che ero.
Da
Sette terribili ostriche e una perla
Nato a Cagliari nel 1961, nel quartiere Castello, quartiere che
influenzerà non poco la sua infanzia, Maurizio Manzo ha iniziato a scrivere fin
da giovanissimo. Il suo primo poema, “Coreografia del ghetto storico” racconta
il “delirio” di quattro donne ai margini, ambientato nelle stradine di
Castello, e mostra, nonostante la giovane eta’, una forza stilistica gia’
matura. Il Poema e’ stato pubblicato nel 1985, Edizioni Castello, con la
presentazione di Tonino Casula. Dopo questa prova per molto tempo Maurizio ha
smesso di scrivere per dedicarsi alla famiglia e al lavoro. Ha ripreso da
alcuni anni, con uno stile sempre molto personale e particolare, con testi che
raccontano il disagio sociale senza retorica: “Le anamorfiche”, “Le
assistenziali”, “All’ombra dei pixel”, associano tecniche molto antiche e poco
(ab)usate di metrica, ad argomenti di attualità’.
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prova