Un Pensiero
La
poesia di Sonia Tri è intensa e necessaria, ma non solo, sembra che
la Tri possa scrivere di tutto con grande sensibilità e spessore. I
suoi versi inneggiano ad una ricerca emotiva che talvolta si fa
instabile, altre, decisa. Ma verso cosa? Il sé e l'altro si
mischiano prepotentemente e, per quanto a prima vista si possa
percepire un'immagine introspettiva prioritaria, in seconda lettura,
si può ammirare quanto essa necessiti di interlocutori, di panorami
esterni a cui chiedere confronto con i propri stati emotivi. Da
questo 'cerchio' prendono vita i versi di questa poetessa, versi
rosa, intrisi d'immagini e significati di rara bellezza.
Biografia
di Sonia Tri
Sonia
Tri nasce a Pordenone nel 1969. Scrivendo racconti per bambini e
collaborando a riviste per l'infanzia, si fa conoscere dal pubblico.
Molto del suo materiale è letto presso scuole materne e primarie del
Pordenonese. Seguono racconti impegnati, per i quali vince alcuni
concorsi letterari. Per un suo racconto in particolare, viene scelta
in un saggio di prossima uscita. E' possibile leggere i suoi lavori
anche sul sito autorieditori.com oltre che in varie antologie.
Appassionata anche di poesia, vince altri concorsi; in merito citiamo
la menzione d'onore al Premio internazionale Colapesce 2012.
Partecipa
e collabora con Rocco Fodale ed il gruppo "Per certi versi",
alla realizzazione dell'antologia "Lacrime e fango". Di
recentissima pubblicazione la sua prima silloge di poesie "Senti
come respirano gli alberi" (marzo 2013). E' presente in molti
blog di poesia e cura la pagina Facebook “Le parole che ti dico”
riservata al gruppo “Per certi versi”.
*
Ti
lascio andare.
Non
sei che sole sparso
dove
le città non hanno nome.
E'
l'ultima cosa che io posso fare
per
non castigare altro amore.
Si
colgono cose
anche
senza toccarle,
se
hanno un nome da ricordare.
Allora,
vai.
Non
girarti a guardare cosa rimane.
Si
scioglie tutto nella vernice fresca
del
trasloco
e
lo spazio che resta avrà l'odore
di
una cuccia riparata dal cuore.
Non
si deve mai pretendere nulla
ed
io ti lascio andare.
*
A
Nelida
Guarda
il loto
che
germoglia da un ventre
di
fango.
Donne
vecchie da sempre,
tessono
coraggio fragile,
e
ignaro d'esser tale.
Tanto
che
sembra
gridare:
Non
è finita!
Ma
non lo sa veramente.
Alla
nascita di un dio,
ogni
madre è pura.
Limacciose
provenienze
di
cui la bellezza
non
si cura,
liberano
tutte,
lasciandole
andare
come
fossero
corolle
d'acqua dolce.
E
tu che non temi
altro
dolore,
rimani
a galla nei giorni.
Tra
le labbra il tuo plettro,
mentre
mi sorridi
ed
io tento di non annegare.
*
PREVISIONI
Dimmi
che ci ritroveremo
da
qualche parte.
Che
contratteremo
il
prezzo dell'esistenza
senza
farci capire
da
nessuno
e
lasceremo la mancia
ai
giorni peggiori.
Senza
indugiare,
sceglieremo
l'inferno.
Che
abbiamo pregato
abbastanza
e
in paradiso
nemmeno
si balla.
Avrò
di nuovo
capelli
lunghissimi
e
mani piene di anelli,
che
cercheranno
di
stringere la pioggia.
*
A
CHI DIRAI
A
chi dirai
che
mi mancheranno il cielo
e
il mare dipinto
sulle
tele dei sognatori?
La
neve d'inverno
e
l'odore del legno bagnato.
Le
viti attorcigliate e le margherite
che
mi hanno sempre mentito.
E
l'acqua quando sgorga
tra
le mani, a chi dirai
che
mi mancherà?
Le
ciliegie
condivise
con i merli
e
le farfalle,
con
la libertà.
Fare
l'amore
con
l'uomo che ho amato
e
aprire gli occhi
con
la consapevolezza
che
quello che non si vede
si
può immaginare.
A
chi dirai che mi mancherà
piangere
e ridere
con
l'amica di sempre
ed
invecchiare
per
tornare bambina
a
contare stelle.
A
chi dirai che i bambini
sanno
contare tutte le stelle?
*
In
quanti posti sta un uomo.
Sul
finire di una strada,
di
una sigaretta,
di
una bottiglia.
Solo,
com'è arrivato,
quello
è stato il suo viaggio
più
lungo.
Neanche
la morte
porta
così lontani.
Forse,
lei rimane a guardarci
e
poi ci disperde in aria
mossa
da generosità
*
Ascolto
parole che nessuno può dirmi.
Distanze
di sicurezza da prevedibili precipizi,
non
convincono certi silenzi.
Ricordo
vecchie strade dai fossi pieni
di
calle bianchissime come spose.
Anch'esse
tacendo,dicevano si…
*
PRENDI
IL MIO VISO TRA LE MANI...
Prendi
il mio viso tra le mani.
E'
così che si sente la foglia
sul
ramo.
E'
così che la luna trova posto
nel
mare.
"Rosa" i versi di Sonia? A me non pare proprio. Non solo perché mancano le stucchevolezze tipiche della letteratura rosa, ma anche perché la mano di Sonia è ferma, e a volte dura, come quella di certe pittrici (penso ad Artemisia, o a Sofonisba) che si dedicavano con successo ad una pittura "da uomini"
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