PREGHIERA
La donna muta di lontano
folgora piano e mite
con la mano accende l’arcobaleno,
poi lega al seno
il figlio nazareno. Lui mutato
cala piano nella gora
e folgorato
respira piano l’iride lontano
La donna muta canta con le dita
il suo genio spento: iride del lago
accendi la sua voce,
sciogli il gelo del suo silenzio
Il figlio d’oro guarda con le mani
la sua vita – odore di catrame
nella gora – le parole accende …
Adesso con le dita
spenge l’iride del lago
e la voce nel canneto immerge
Là nel saliceto la rossa nube è un dio adirato
(Ora il figlio d’oro tradisce il suo decoro
e con le dita - fiume nero – parla
piano)
Salice di neve, è rossa la sua voce …
La suora verde affonda piano
nelle vene il laudàno
- oh fluido di neve, animo di stelle -
il gelo passa
e porta via ogni istante dai suoi occhi,
spenta luce. Se dalle vene azzurre
d’un’anima notturna
sale il sorriso infante
e intimo sussurra
si fa delirio il sembiante
O mite senza ritorno, la notte è ancora giorno
Luna, dimora ancora nel bisbiglio la sua voce dove notte e asili adesso immerge
ORIONE
Anche le donne hanno paura di
quello che vivono
qualche volta vorrebbero morire in
Dio
Laggiù dove trema Orione e la notte
è fredda, premi il fiore, Biancaneve,
e scendi
a rubare il silenzio di un tormento,
le labbra pregano piano,
anima pura che ricevi la notte
per donare la luce
(e la rugiada
che si fa strada nella notte azzurra
adesso è chiara)
Quando vieni alle colline e tremi,
amore, dammi il freddo;
ora puoi andare fino al sole
e bruciare ogni stella
Unire l'universo che divide
il tuo cuore …, animo di neve,
dove la luna rinasce nell'alba
e senza pace riluce nel bosco
Adesso bramo l'universo e ascolto
in silenzio la sua voce,
parlo con lei, miro
l'universo sparso
che geme in silenzio
nei suoi occhi chiari
(quanto dolore
si fonde dentro a un cuore)
Angelo bianco che la neve spargi,
accendi la tua vita adesso
L'UOMO DI FEBBRAIO
Oh l'uomo di Febbraio
che viene nella notte
per rubare il suo cuore e di nascosto,
laggiù, col bacio del silenzio
e l'anima di Orfeo
trasformerà il dolore
in amore per sempre;
poi scalderà il suo cuore
con la primavera
e il vino non brucerà più
Laggiù dove trema Orione e la notte
è fredda, apri il cuore Biancaneve,
è Agosto: mi darai la mano tremando
e il dolore in un momento
passerà per sempre
Ti scalderò le vene con le labbra
e il freddo delle mani
passerà nel mio cuore:
se non avrò timore
a bruciare tutto il bosco,
amore, il dolore passerà
DAL TRENO
Il gelo per le strade
non si trova più ma tu arrivi
a questo traforo di stelle
che ho dorato con le mani sudate
Ho forato la montagna per te
ma la valle s’è svuotata
La rana d'oro che porti al collo
delle Signore cólla bufera
nel cuore mi divora lontano
ma l'odore di terra bagnata
non penetra il finestrino
Porto la rugiada alle labbra
e mi consento il bagliore del cielo
E questo fiume nero
che s’allontana
senza rumore e senza destino
sa di arsenico e gelsomino
Brucia l'argento, e il mio sonno nel treno
penetra il monte senza più freno
per arrivare a te, in silenzio …
Come hai fatto tu con questo treno azzurro …
AL DI LA’ DEL VETRO
Il faro non illumina più la striscia di Gaza
dove si trova il tuo cuore, Biancaneve,
e la bufera di mare che vedi passare
al di là del vetro ha l’ultimo gelo
del mio silenzio: sogni
la primavera e la notte ti porta
la mia preghiera
Porti alle fessure del mondo i tuoi fili d'erba
in attesa che la vita cambi
ma il cuore è sempre più sospeso: guardo
il mare e ti sento vibrare dentro il vetro
dove la preghiera sei tu, al mondo
Ti porto in braccio ancora
una volta verso il cielo privato
di questo seggiolino
e da questo treno lanciato
nello spazio ho rubato il mare
per aprire il cuore e rompere il ghiaccio,
l'arcobaleno che supera il monte
sfiora la tua mano adesso …
E la fiamma di vetro che tu senti
bruciare al di là del lago, è il mio cuore
di drago, amore, che divampa
ora ch’è notte e la pioggia dilaga
(È un labirinto senza uscita
il tuo cuore dove muore ogni fede)
IL RITORNO
Ora ceno solo su questo treno
azzurro e la ginestra
di mare che vedi passare
al di là del vetro
torna a profumare il mio destino,
l'arsenico è scivolato via
insieme al suo veleno
e su questo treno dove ho toccato
l'inferno, ora torno a te, sereno
Sei tornata sulla strada ferrata
a deragliare il mio cuore e le stelle
non hanno più il traforo
ma la tua vita a crepapelle;
la rana d'oro è scappata via
dal collo e la rugiada è diventata
terra di loto
La tortora di mare
che vedi passare al di là del Reno
trema sulle prode vuote
e non vuol tornare indietro,
così lontano è il suo paese
dal tuo cuore: ha il collare
di vetro per il tuo amore distratto…
Ma la fata morgana
che s'allontana
oltre le nubi e le brughiere conta
i battiti del nostro amore
verso la città di sera
dove la stazione non brucia più
il sonno di vetro
E leggera come la bufera dormi sopra il mio fuoco
CARTAGO
La nave all’orizzonte porta
la filiera dei pensieri
dentro la preghiera di ferro
e porti la pace con il fuoco
(l’inverno è arrivato)
Sulla croce hai incassato la mia vita,
e con le dita adesso parli al mio cuore
Hai soffiato la città di vetro
con la bora e la primavera
è diventata nera,
i cormorani hanno le tue ali di cera,
amore, per non tornare indietro;
il carro è assediato
e tremo nelle mani di guerra
Entro nel buio della città di vetro
lontana come uno spetro
e m’addormento senza te che sei
la mia buonanotte, e la mia bufera
La primavera sale ancora al tuo presepe
(Oh la Cartagine di pietra
che hai cesellato con il mare
e con la terra l'hai distrutta
con la furia del tuo fuoco)
Ma era la mia vita
quell’anima di vetro
che adesso brucia
nella moneta d’oro
che hai limato con il cuore e con la mirra
E adesso fondi
con gioia e disperazione,
per una ragione di cartone in più,
che non conosca più il dolore
- Cartagine, o Cartago, più non importa
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